Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2011

pane e tulipani

Alcuni film, nella loro semplicità, possono trafiggerti e lasciare il segno. E' il caso di "Pane e Tulipani", tra Pescara e Venezia, tra rimpianti e rimorsi, tra rischio e abitudine, tra follia e e ponderazione, tra sogno e realtà. Si può cercare in noi stessi e capire che domani non sarà qui nè così. "Le cose belle sono lente"...mi ricordo quei giorni di Dicembre tra me e quel silenzio perfetto, la lentezza dei giorni così uguali e profondamente diversi...il tempo di ascoltarsi, dedicarsi, vivere. Il mio posto non è qui.

sono pronta?

Il punto è proprio questo: sono pronta? La risposta stando a ieri sera, quindi il dato è di quelli attendibili, è NO. Guardando una nota trasmissione su Cielo ho capito che mi causa qualche fastidio l'idea di tornare tra quelle mura, con quegli odori, la vista "prato tagliato alla perfezione" e soprattutto mi causa più di qualche fastidio l'idea di chiudere gli occhi artificialmente, di colpo, mentre qualcuno fa ciò che ci sarà da fare. Eppure un tempo ero così coraggiosa, impavida, forte!Dove mi sono persa? Quel risveglio cambiò ogni cosa in fondo...io non capivo, fui solo travolta e poi nulla è tornato come prima. "tornerò tornerò davvero...a sentire su di me il profumo delle mani, di notte io farò sogni tridimensionali, senza chiedere mai niente al mondo tranne te..."

dai subsonica ai motel connection passando per il RnR...

Il passo non è breve, una settimana densa, intensa dove sia il denso che l'intenso hanno assunto tinte fortissime...da dove iniziare?Ma dalla fine direi: L'evento è di quelli storici, via Stendhal invasa di gente col naso all'insù, balconi di un palazzo su cui si affacciano i Motel Connection: un balcone per ognuno e un impianto da paura a pompare note elettroniche, acide, dense ed intense appunto; è la serata giusta, la zona giusta...ascoltiamo fino a two "feel the sun that shine so feel the sun liquefying" poi è tempo di andare, di crisi allergiche, di kebap e spaghetti di soia ai gamberetti, di birra, di ricordi e prese di coscienza. Passo a prenderti alle 21.30, sei bionda punk, bellissima e piena di rabbia: un fidanzato sbagliato, una madre sbagliata, un padre stanco e malato...arriviamo al Rnr e non sai se bere sex on the beach, mojito o daiquiri ("con cosa è fatto il daiquiri Mary?")...a quell'età non conta affatto cosa bevi ma soltanto quan

si ora qui, nell'assottigliarsi della mia vita

Più di così cosa avrei potuto pretendere da me... Bisogna ascoltarla questa canzone di N.Fabi e bisogna ascoltarla versione live...lui stona ma dà emozioni folli. Se non fossi fatta per vivere la vita che ora vivo? Altrimenti come si spiegherebbe questo costante senso di inadeguatezza? Troverò quel coraggio prima o poi? Mi mancano i miei.

In the sun I feel as one

Volevo sentirlo questo tributo a Cobain, in questi giorni sto riflettendo, tra le altre cose, sull'impatto che ha avuto la musica degli anni '90 nella mia vita: direi parecchio. Ho preso la chitarra l'altro pomeriggio e in serie ho intonato Nutshell, All Apologies, Black...segni abbastanza eloquenti di quanto detto prima. Forse perchè quel periodo musicale è così disperato, pieno di chitarre, voci ruvide, storie disturbate, malate, intense, poetiche, vissute...involutive?!?Potrei accettare la definizione vestendola di "positivo". Forse perchè quel periodo musicale è così pieno di testi importanti, certo per me, e credo anche per tutti però e chi se li è persi un po', credo, sia "perduto". Non l'ho sentito infine quel tributo ma l'importante ieri era restare con le persone che contano e tutte hanno risposto, proprio tutte. Nel '94 ho odiato Cobain perchè ancora non avevo capito quanto mi sarebbe mancato e come una fidanzata tradita co

questa notte

Ho la sensazione di non essere poi così forte, ho paura per la prima volta, sento che tutto non è poi così scritto...rivivo la sensazione di quei momenti già vissuti...è la consapevolezza di oggi a rendere tutto così difficile...tornare indietro andando avanti...sentire la responsabilità delle preoccupazioni altrui, il tentativo di rassicurare se stessi rassicurando altri... Penso a come mi sentivo forte su quel campo da beach, coprivo da sola tutta la difesa e non cadeva un pallone: tirato forte o piano, lungo o corto...ero sicura, certa, leggevo il gioco in anticipo...vincemmo il torneo, un paio di occhiali da sole e una cena di pesce... Anche ora sono sulla difensiva ma sono fuori forma e meno spavalda di allora... Ho paura: se lo dico va via?