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Visualizzazione dei post da 2016

Sulla poltrona dell'hotel Grado

Mi basta entrare in albergo, arrivare al banco della reception e voltarmi per sentire una vertigine nel cuore: per interminabili secondi torno a quella mattina del 2013, dove tutto era imperfetto ma intenso, toccante e quasi magico. Ti vedo, sei lì, sulla poltrona dell'Hotel Grado, spaesata ma nel tuo look impeccabile, per non sbagliare un sorriso per ciascuno, anche se non sempre ti era chiaro chi avessi davanti ma a tutti noi, fino alla fine, non hai negato un sorriso e quell'innato bisogno di mostrarti forte e sicura. Sapevo che non saresti più stata la stessa ma sapevo che ti avrei amata ogni giorno per quello che saresti stata, sapevo di non poter fare nulla per te ma ero certa che mi sarei sempre presa cura di te, credevo di sapere quanto bastava ed invece non sapevo che quelli sarebbero stati tra gli ultimi ricordi assieme e non sapevo che io non sarei più stata la stessa. Dopo anni, in cui sei mancata sempre, nelle maniere più impensabili ed impreviste, ho finalmente

A cuore aperto

Decidiamo di entrare nella casa dove nessuno ci ha mai imposto di chiedere il permesso ma le cose cambiano e sappiamo di non essere più le benvenute, sappiamo di doverlo fare di nascosto, manco volessimo fare qualcosa di terribile, ce ne fottiamo?SI. Non ho mai pensato che qualcosa mi appartenesse di quella casa, nè che mi sarebbe mai appartenuto, semmai ho sempre pensato che mi appartenessi tu e ti sarei per sempre appartenuta io, così è difatti. Questa casa ha sempre parlato di te, è sempre stata il tuo specchio, tuttora è così, infatti nessuno potrebbe mai pensare che si sia ridotta così ma chi, come noi, ti conosce intimamente, sa invece, nel profondo, che poteva essere soltanto in questo stato: trascurata, sfibrata, abbandonata, stanca, non più lei. L'anima ti hanno portato via, il destino certo, ma soprattutto quelle persone a cui di te non è importato prendersi cura, semmai tante di quelle persone di cui tu hai avuto una cura totale, quasi maniacale. Mi chiedo dove siano

La mia zia "wow"

Ci meritavamo una tregua e te la meritavi anche tu. Sembra quasi che il destino si prenda gioco di noi, di te e ci faccia rivivere, con sfumature diverse ma non meno dolorose, un film di cui ormai siamo diventati i tristi protagonisti. Sei stanca, le rughe sul tuo viso lo dicono da tempo, credo siano così profonde quanto è profondo il dolore che ti porti dentro, quello che a parole non sai esprimere più, ti si è scritto in volto, inesorabile. Credo che ognuno di quei solchi lo abbiano tracciato le tante persone a cui hai dato tutto e se lo sono preso quel tutto senza alcun ritegno, figuriamoci il rispetto. Se ognuno è responsabile del proprio destino, come spesso, in maniera odiosa, ho sentito ripetere nel tuo caso, allora dovrebbe valere soprattutto per chi si è approfittato di te, in maniera spregevole. La verità è che la vita non è quasi mai giusta e che con te ha parecchi debiti. Essere qui, a chilometri di distanza, sapendoti bisognosa dell'amore che meriti perchè solo a

Un anno dopo

Non respiro, non sento nessun odore e non so se disperarmi o sentirmi sollevata. Gli occhi vedono, si velano di lacrime tra un ricordo e l'altro, potrebbero stare chiusi per quel che mi importa, tanto quello che rimane è dentro di me, dentro noi. Il freddo è lo stesso, il vuoto ancora di quelli che provocano conati di vomito al cuore, non riusciamo a riemergere dal nostro dolore, stiamo ancora tentando di farcene una ragione e forse soltanto quando smetteremo troveremo qualche risposta, un angolo di pace. Arrendersi il prima possibile potrebbe essere una chiave, mani in alto e consegnarsi, poi patteggeremo la nostra pena che a questo punto dovrete scontarci, potrebbe forse essere la giusta strategia perchè è vero siamo colpevoli, perchè infondo ti vorremmo con noi ancora oggi, disperatamente. Se soltanto ci avessero avvertito che da un certo punto le cose non sarebbero più state le stesse, invece ci hanno pugnalato alle spalle, portandoci via l'anima più importante di tutte