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Visualizzazione dei post da 2013

Mary Christmas...

Nel mio piccolo sto tenendo botta, non te la darò vinta, dicembre. Ancora qualche giorno e sarai passato, come ogni anno e come ogni anno non sentirò la tua mancanza. Ma non abbasso la guardia perchè quelli da oggi fino alla fine, saranno i giorni più insidiosi, ti conosco, cercherai di farmi credere che tutto sia perfetto, incantevole, sereno e quando mi sarò fatta convincere arriverà quel vuoto, quel silenzio, quel nodo in gola. Ho preso le mie contromisure e ho deciso: ti affronterò a viso aperto, senza paura, consapevole di tutto quello che ho attorno, le cose belle, quelle brutte, le lacrime che non cercherò di ingoiare, le malinconie da cui mi lascerò stravolgere perchè cercare di combatterle è un errore che ho fatto troppe volte; sono giunta alla conclusione che le paure vale la pena di guardarle in faccia perchè finiscano di fare tanto male. Il risultato, quando si combatte, non è mai assicurato ma sto lavorando al mio "Mary Christmas" duramente.

Non mi avrete mai...

In questi giorni di forconi, lotte disperate, tentativi di restistenza ad un sistema che ci tiene col cappio al collo, in questi giorni si sta consumando anche la mia battaglia... Non sono stata programmata per stare alle regole di questo sistema dove, pare, vedersi strappare di dosso la propria dignità va più che bene. Quindi abituatevi alla mia insofferenza e non pensate minimamente che mi passerà, sono pronta a mandare tutto a fanculo, come ho sempre fatto in ogni frangente in cui sono stata messa davanti all'evidenza di alcune verità. Io non sto seduta sorridente allo stesso tavolo con chi me la sta placidamente mettendo in quel posto, non sorrido neppure a chi pensa che io valga meno di zero, non sorrido ancora per le fottute circostanze. Come cantano i 99 Posse: la mia faccia non è serena, incompatibile con il sistema, non mi avrete mai come volete voi. Questo è quanto, presto saluterò la vostra mediocrità, i vostri giudizi facili ed insensati, la vostra totale mancanza

Svuotare cassetti...

Chiusi da anni, sempre sotto il naso ma chiusi, senza un motivo particolare, semplicemente perchè dentro ci sono cose che non sappiamo bene dove mettere ma sappiamo che vogliamo tenere con noi. Quante settimane, mesi, sono che dovrei svuotare quei maledetti cassetti, ci serve spazio e te l'ho promesso, sento che è arrivato il giorno in cui dalle parole devo passare ai fatti e comincio dal primo in alto, sono in tutto tre. Fra un numero imprecisato ma elevato di cellulari abbandonati e mai buttati, vecchi documenti di cui devo e voglio disfarmi, cimeli di vario genere accumulati nei vari anni di militanza in RP (tra cui Tiromancino "illusioni parallele" tour by Barley Arts), foto di persone improbabili e lettere, cartoline, scambi epistolari ormai in disuso ma a me tanto cari...ad un certo punto scorgo un tovagliolo, di quelli di carta, bianchi...ma chi conserva un tovagliolo di quel genere?!? La risposta arriva contemporaneamente al ricordo mentre leggo 349...ed il tuo

Non mi voglio alzare...

Parcheggio la 600 in via Bellosio, mi scorrono nella testa le immagini dell'ultimo anno culminato con il matrimonio di Clarence e Paolo, vorrei tornare indietro, riassaporo tutta la mia ansia, il mio impegno, la paura di non farcela e la certezza che ce l'avrei invece fatta, e alla grande...sto per perdermi fino a che non sbatto contro il citofono che mi riporta al presente assieme alla vista di Alessandro, pronto ad accogliermi sulla porta. A distanza di mesi, sono uscita dalle stesse mura piena di insicurezze e dubbi e ci rientro ora con la mente lucida e consapevole, sicura di quello che faccio...il tempo, quasi sempre, restituisce. Bisogna aspettare il momento giusto, coltivarlo, soffrire, conservare le energie e lo smalto per quel momento lì che, io sono certa, non è molto lontano. Perchè se oggi "non mi voglio alzare" è solo un momento, un attimo, in cui ho soltanto paura di non farcela, di fallire, di deludervi e deludermi ma poi troverò le forze, il motivo,

Non ci casco più

Non mi faccio ingannare da questo cielo azzurro, non ci casco più. Un anno fa ri-cominciava la storia con questo posto, più garanzie, un gesto dovuto dopo due anni e mezzo di dimostrazioni e sacrifici. E' tempo di bilanci e le chiacchiere stanno a zero. Le persone non cambiano ed io non ho cambiato la mia opinione su di te. Nonostante una polenta concia mangiata assieme, un buon vino barricato ed alcune risate, non mi hai convinta perchè io non sono come te e tu non cambierai; quando mi dicono che è stato il tempo, unito alle circostanze, a renderti così, io non ci credo affatto. Tutti i pezzettini di questo puzzle, ormai quasi finito in questi quattro anni, mi portano sempre alla stessa conclusione: sei la persona che vedo, che ho sempre visto, quella che non si è, ad oggi, mai presentata a me, che non mi ha mai stretto la mano. La mia consapevolezza è questa, so chi sei, come so che il cielo azzurro di oggi è soltanto una tregua, l'inverno è qui a due passi e bisogna a

Home is where the heart is...

La maggior parte delle volte basterebbe capire quelle parole lì sopra... che poi io le abbia trovate scritte su un pezzo di compensato, con annessi cuoricini e altre tenerezze, confezionato con una corda a due estremità perchè possa essere appeso al più presto...è il valore aggiunto. Quel che mi chiedo è come facesse D. a sapere che proprio di quelle parole avessi bisogno al mio rientro a casa, dopo essere partita da un'altra casa, dove ho lasciato una parte di cuore. Perchè D. sa che non è semplice partire e soprattutto che sempre più spesso è forte il bisogno di tornare...per sentirsi a proprio agio, con attorno le facce delle persone che ami, per sentirsi a casa insomma. Quindi dobbiamo sempre ascoltare il cuore, per tornare a casa. Il cuore è come una bussola che ci indica dove siamo e perchè vogliamo o non vogliamo essere lì. Dobbiamo soltanto seguire questa semplice indicazione.

Dove va a finire tutto l’amore di una storia d’amore?

Quando "incontro" realtà nuove e genuine come Levante , che prima urla dentro la radio per mesi "che vita di meeeeeeeerdaaa", e poi sforna un secondo singolo come "memo" semplice, essenziale, senza troppi fronzoli, capisco che una speranza c'è sempre, che dopo mesi, anni, di pagine sfogliate troppo in fretta e tutte uguali, vale la pena continuare a credere che prima o poi qualcuno con una chitarra fra le mani sia ancora in grado di farmi sorridere, mi scuota un pochino dentro e mi ricordi che la musica sarà sempre in grado di darmi lo stimolo giusto...il motivo per continuare a credere che sia una cosa meravigliosa, un fenomeno che mi accompagna da una vita e che, sono certa, sempre mi accompagnerà. " E’ un po’ come morire E’ stato tragico vederlo svanire Lontano dagli occhi, lontano dal cuore Corre veloce e le vite si scontrano Dalle luci dell’alba al tramonto Ritrovarsi abbracciati per anni e odiarsi all’improvviso. Ed io ti amavo poco

Così, imparammo a fare affidamento sulla sua assenza...(*)

Se proprio ieri sera non avessimo discusso per l'ennesima volta. Da sempre mi sembra che le incomprensioni superino quei rari momenti di intesa e armonia. Mi chiedo continuamente com'è possibile che siamo tanto distanti, perchè diversi non è un termine sufficientemente valido a spiegare la distanza; la diversità potrebbe unirci, essere la calamita che fa attrarre i poli opposti ma noi non ci incontriamo quasi mai. Non c'entra neanche il bene che, per sempre, ci vorremo, ma oggi credo che la distanza sia incolmabile, posso convivere con questa certezza? Posso smettere di lottare, a mio modo, per cambiare l'evidenza? Non credo in nessuna forma di accanimento, non farò eccezione questa volta. Imparerò a fare affidamento sulla tua assenza? (*)Life - Keith Richards

Abitudine

Quanto ci spaventa e quanto ne siamo dipendenti...dall'abitudine, che in fondo, se ci penso, quantomeno ne siamo circondati. Che la si voglia oppure no, che ci piaccia o meno, che si cerchi di sfuggirle o no. Abitudine, filo sottile che può condurre alla dipendenza perchè senza le nostre abitudini ci sentiamo smarriti, spaesati, magari anche vuoti; perchè ci dà fastidio un'abitudine, qualsiasi, specialmente quelle che ci fanno pensare che non vogliamo più quella determinata cosa ma semplicemente ci siamo abituati ad averla...ed effettivamente è un ragionamento orribile ma io, personalmente, voglio dare all'abitudine un'accezione del tutto positiva. Le mie abitudini me le sono costruite, le voglio proteggere, sono una parte integrante di me, a cui non rinuncio perchè qualcuno ha deciso che l'abitudine sia qualcosa, come dicevano i Subsonica, "un soggetto da evitare". Le mie abitudini come lasciare un bigliettino sul tavolo quasi (anche del "quasi&q

Allora avremmo potuto cantare il blues

Ottobre, ti aspettavo ma non ero poi così preparata. Sei freddo e uggioso e, come dicevo in un ottobre di tanti anni fa, mi regali foglie secche e nostalgia. Mi hai costretta a lasciare a casa il motorino e a percorrere nuovamente la strada di andata e ritorno dall'ufficio sottoterra...d'altra parte cosa c'è da vedere sopra, se non tutto il grigio col quale ci stai avvolgendo? Ebbene, qualcuno mi ha detto che questo è il mese più bello dell'anno, ho ascoltato ma non mi sono fatta imbrogliare, ho comprato il mensile senza fare troppe storie ed ho ripreso in mano " Life ", più di un titolo, più di un libro direi. Ho fatto fatica ad entrarci in confidenza ma nonostante le prime pagine avevo intuito che valeva la pena "soffrire" per voltare pagina e scoprire il resto, ( Life appunto). Quindi ho stretto i denti, non ho saltato neppure una pagina per paura di perdermi la svolta, quel passaggio in cui mi sarei perdutamente appassionata leggendo le par

il momento prima

*Non c'è nulla che lei possa fare signora, i malati di questo tipo capiscono in quel momento e quello successivo non ricordano nulla...* Mamma, dobbiamo metterci in testa, in questa maledetta testa che ci vede ogni giorno che passa sempre più simili, che non possiamo farci proprio nulla a volte. Mamma, capisci che è il tempo che scorre e che non possiamo fare molto se non cercare di difenderci? Vuoi capire, mamma, che sta arrivando l'inverno e dobbiamo tirare fuori le cose pesanti? Mamma ti ascolto, da giorni ormai, e condivido ogni tua angoscia e la cosa peggiore è che non ti servo a nulla e me ne rendo conto; mi rendo conto che dovrei prendermi cura di te, di voi e che non posso fare come vorrei e dovrei. Possiamo solo cercare di bastarci, possiamo fare il possibile e smetterla di credere che avremmo potuto fare meglio e di più. Mamma ti voglio bene e non te lo dico mai, eppure tu mi hai insegnato a farlo, mi hai insegnato davvero tutto quello che so. Non possiamo fe

Conosci mia cugina...

Non conosco tua cugina e non conosco più te. Farti una domanda a luglio per ricevere una risposta, che ormai mi era anche fin troppo chiara, un sabato di settembre...e quale risposta! Chiudi alla fine con una domanda: che dici?Vuoi sapere davvero cosa dico? Dico che non meriti neppure queste righe ma io non riesco a fare a meno di scriverle. Dico che per me, sempre, sarebbe venuto prima il rapporto di amicizia che credevo ci fosse tra noi. Dico che ti ho sempre dato consigli, aiuti e mi sono sempre preoccupata di ascoltare il tuo punto di vista mentre tu non hai sentito neppure l'esigenza di dedicarmi il tempo di una risposta umana (*). Dico che non ho mai capito il tuo menefreghismo nei confronti di quel che potenzialmente avremmo potuto fare per dedicarti anima e corpo ad un progetto che ti ha portato a fare quello che ami nel più triste dei modi...si, lo penso e visto che mi chiedi che ne dico, te lo dico, te lo dirò. Conosci mia cugina...ma come si fa?!Nove inediti e du

L'anima osa

Sorriderò se ti accorgi di me fra la gente... Si che è importante che io sia per te in ogni posto e in ogni caso...quella di sempre. Ho ripensato a quella sera a Travedona, al buio che non mi permetteva di vedere ma non mi ha impedito di sentire. Ero pronta ad indossare l'armatura per l'ennesima volta e mentre la stavo indossando me l'hai strappata di dosso e non per colpire, per dimostrarmi che non era necessaria. In quel momento ho deciso di avere fiducia, di fidarmi perfino del buio. Ho cercato in tutto questo tempo trascorso, fatto di momenti intensi ma anche di ricadute pesanti, difficili da intrepretare per poi andare avanti, dicevo, ho cercato in tutto questo tempo, le parole giuste per descrivere, raccontare, per definire il senso...e le ho trovate dentro questa canzone: Quando ti cerca è soltanto perchè lei ti vuole ancora e se ti cerca è soltanto perchè l'anima osa E' lei che si perde e poi si ritrova.

Non ho digerito...

Eppure quel posto accogliente...eppure il menù semplice e invitante... Faccio la mia scelta, non mi tiro indietro...fusilloni salsiccia, broccoli e pecorino. Il pane fatto in casa, caldo...arrivano i piatti e capisco che l'aspetto non è degno dell'aspettativa. Mentre inizio a mangiare mi accorgo che la pasta in alcuni punti è troppo cotta, in altri un po' dura... il broccolo non è molto saporito e la salsiccia troppo... E insieme alla pasta comincio ad ingerire anche quelle parole... Ovvero che, insomma, ti avvicini al "signore", anche da omosessuale e durante il tuo percorso capirai che è un problema quello che sei, perchè la natura ha evidentemente creato l'uomo per stare assieme alla donna, perchè insomma un utero è evidentemente fatto per accogliere... Sono basita, mi si stampa in faccia un sorriso nervoso, butto giù quella pasta di merda, bevo acqua gasata e medito sull'opportunità o meno di rispondere a tono, non ho tempo e sinceramente neppur

Well it goes like this...

Quando non pensi che possa andare meglio... Allora arrivano questi tre giorni di tutto quello che basta. Arrivo all'hotel Grado prima di tutti e lo lascio dopo che tutti sono scivolati via. Grado estremo di malinconia, Grado totale di felicità, Grado assoluto di incredulità. Stare tutti assieme così intensamente con uno scopo preciso ma senza sentire mai il peso, soltanto la bellezza, la semplicità. Anche se ho avvertito una responsabilità enorme per quello che avrei dovuto fare e mille dubbi mi avevano assalita nell'ultimo mese, in questi giorni non ho mai dubitato del fatto che tutto sarebbe andato come doveva andare. Per la prima volta ho insistito per non prendere la strada più breve, più facile, ed ho creduto fermamente in quello che volevo fosse il risultato; per la prima volta un errore, anche se piccolo ed impercettibile, invece che gettarmi nello sconforto, mi ha dato la certezza che tutto sarebbe stato perfetto. Forse per la prima volta ho capito quanto questa

Dimenticare.

Non ho mai creduto nel fare cose per dimenticare, come chiodo scaccia chiodo, non faccio cose per dimenticare, io dimentico, mi prendo il tempo necessario per dimenticare. Dimentico quando tenere nel cuore è troppo. Lascio passare il tempo per potermi dichiarare guarita. Devo dimenticare il dolore che mi investe violento. Devo dimenticare il peso di un'assenza. Devo dimenticarmi la familiarità di certi lineamenti, delle dolci abitudini che possono crearsi fra due persone, della certezza di una presenza. Allora posso ripartire, ricominciare, amare di nuovo...prima no.

e su di me puoi contare per una rivoluzione...

tu hai l'anima che io vorrei avere... Ora che sei un po' più serena, ora che al telefono mi hai detto che sei stata bravissima (ma io lo sapevo già), ora che sono passati dei giorni tremendi... Voglio dirti che una persona come te supererà anche questo momento, che sono stata in pensiero ma non ho mai avuto paura, ho paura di quel che non conosco e invece conosco te intimamente. Proprio ora che tutto sembra non avere senso, sono certa che tu lo troverai e sarò sempre con te in ognuno dei momenti in cui la stanchezza farà dubitare al cuore di farcela. Ci sono e ci sarò per ripeterti, all'occorrenza, che sei la persona che mi ha salvato dai momenti più bui, tristi e pesanti della mia vita, e che adesso io sono qui per te. Per applicare ciò che di fondamentale mi hai insegnato, fatto sentire negli anni... Se non ti spaventerai con le mie paure, un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle...in due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore.

Autunno dolciastro...

L'estate si è conclusa da troppo tempo, da quando sono scesa da quel treno sono passate quasi tre settimane ed in tre settimane l'autunno si è fatto strada dentro di me. Una dietro l'altra sono cadute le foglie verdi in cui avevo riposto speranze, preghiere, un amore caldo e forte. Mi sono resa conto di quanto sia più facile accettare che un dolore sia il mio e mai quello di un'altra persona, di altre persone, che amo più di me stessa. Devo essere forte perchè diversamente non c'è via d'uscita, perchè quando ho avuto bisogno di essere fragile ho sempre trovato le persone che amo forti anche per me ed ora è il momento di darsi il cambio. Non ho un piano, se mi fermo a pensare potrei correre il rischio di arenarmi e quindi schiaccio sull'acceleratore, ho fatto il pieno di benzina e provateci a fermarmi stronzi! Spazzerò via le foglie secche, aspetterò che la pioggia si stanchi di cadere, non mi farò ingannare dal sole pallido di questo periodo...non ho un

Paura mi fai

Si lo so, sono in fissa da almeno e solo un paio di giorni per questi ragazzi, però comprenderete che quando ascolto e leggo parole come quelle che seguono, non potrei fare altrimenti... "Che occhi che hai , che mani che hai, che pelle che hai, paura mi fai   che bocca che hai , che denti che hai , che fame che hai,   paura mi fai   non ho volontà sia fatta la tua e so che lo sai paura mi fai   per quello che sei, per ciò che non hai, per ciò che vorrai riprenderti   guardare si può toccare no, no che occhi che hai paura mi fai   ma al buio potrei , al buio saprei illudermi di commuoverti" (Blastema)   

io vivo per illudermi ancora...

Sono state le vacanze che volevo...dal finestrino del treno ho letto il tuo labiale che diceva "goditi ogni momento" ed io l'ho semplicemente fatto. Va da sè che questo abbia comportato anche il fatto di godere del dolore della tua assenza...se anche ci fosse stato il bisogno di ribadire quanto la tua presenza sia essenziale. Durante il viaggio ho spento tutti gli interruttori della mente e fatto le grandi pulizie del cuore di modo che tutto mi aspettasse al rientro ma non interferisse nel viaggio. Off, fuori i pensieri ingombranti che accompagnano ogni afoso inizio agosto che si rispetti e On, aprire le finestre dell'anima e far cambiare l'aria. Così ho lasciato entrare la brezza del mare, i profumi delle mie origini, il calore di occhi giovani e anziani che avevano bisogno di raccontarsi, mi sono lasciata abbracciare dalle braccia stanche e dolci delle persone che hanno fatto la mia infanzia, ho riso e pianto, ho cercato di dedicare a ciascuno e a me stessa

Malessere parte 2

Ancora un senso di malessere mi accompagna se penso a te, solo a te. Non può l'affetto compensare tutto, bendare gli occhi, confondere la mente. Il cuore ha deciso di fermarsi, perfino lui ha compreso che non ha più senso. Dirò a me stessa che non sono stata in grado di gestire la situazione ma bisogna pur capire quando è il momento di farla finita, di mollare il colpo, per una condizione che ha superato da un po' qualsiasi confine. Non è neppure sano andare avanti così e mi spaventa solo il pensiero di provare a comprendersi. "Verrano a cercarci a disturbarci il sonno ad oscurare il nostro giorno come una fitta improvvisa sotto il costato le cose che abbiamo ignorato che non abbiamo detto e abbiamo ignorato"

Nessun segreto può durare troppo a lungo...

Provo un senso di malessere pensando a te. Lo provo da qualche tempo in verità. Non riesco a capire chi sei o chi ho creduto che fossi. Ed è colpa mia, anche colpa mia. "Verrano a cercarci a disturbarci il sonno ad oscurare il nostro giorno come una fitta improvvisa sotto il costato le cose che abbiamo ignorato che non abbiamo detto e abbiamo ignorato"

Try walking in my shoes...

Dave Gahan si mangia il palcoscenico e tutto S.Siro. Ogni termine utilizzato per descriverlo sarebbe insufficiente, scarsamente efficace, riduttivo. Si muove come fosse in camera sua e come se avesse il controllo di tutto e tutti. Vorrei proprio indossarli i suoi panni, per un istante capire come dev'essere avere quel modo meraviglioso di pronunciare ogni parola, ogni suono. Mentre ascolto i Depeche Mode in una sera di luglio a Milano mi passano per la testa un sacco di cose, affiorano sensazioni uniche, contrastanti. Siamo spalla a spalla e adoro vedere il tuo sorriso e vederti riconoscere ogni canzone alla prima nota. Ti anticipo solo su Personal Jesus...Martin è il mio preferito, è un musicista, quello che c'è dietro la maggior parte della poesia che poi Dave traduce in canto...ma Martin è il cuore, il motore, si emoziona ancora quando intona Home, si stupisce dell'affetto della gente...Home è un capolavoro e Martin ci tiene a condividere con tutti la sua "cre

Il pollo si mangia con le mani

Tornare a San Vito era per prima cosa tornare da te...la zia sempre allegra, che a qualsiasi ora arrivassimo ci faceva trovare il pranzo pronto, con le cose che ci piacevano di più...la sogliolina presa alle barchette, il pollo alla diavola, nostrano, le lumachine di mare, gli gnocchi di patate fatti in casa. Tavola imbandita e tante risate, il primo vino mischiato con tanta acqua e la pesca intinta a fine pasto. Eri un vulcano di idee, un uragano di generosità, un ciclone di bontà e amore... La zia preferita, ti contendevi il titolo con zia Pina, un testa a testa che è rimasto negli anni e sussiste tuttora. Ci sei sempre stata per me, ad ogni momento importante, sempre con dolcezza, forza, coraggio, sempre dalla mia parte, hai lottato per me...lo ricordo bene, come fosse ora, anche quando io avevo smesso di farlo, tu hai continuato solo per me. Ho sempre pensato fossimo simili, che i nostri destini sarebbero stati in qualche modo uniti ed in parte so che non mi sono sbagliata. P

Dottore, che sintomi ha la felicità?!

Durante quella sera ho avuto inequivocabili sintomi di felicità... In motorino sulla circonvallazione, con le tue braccia sui fianchi... Mentre ripetevamo ossessivamente le stesse tre/quattro battute ridendo ogni volta come fosse la prima... Mangiando assieme la focaccia, accompagnandola con birra e patatine... Quando su tante canzoni ci siamo abbracciate come ragazzine di 15 anni... Io non lo so cos'è la felicità ma conosco i suoi tanti, fortunata me, volti...i vostri.

è necessario passare attraverso il dolore

Arrivo sempre a questa risposta quando si tratta di affrontare un distacco, improvviso, non voluto, quasi senza un motivo apparente, logico. Ed è l'unica risposta che sono in grado di darmi e di dare. Possiamo passare tutto il tempo che vogliamo a credere di esserci tutelati, premuniti, abituati, già passati e farà sempre male. Possiamo perdere tutto il tempo che vogliamo a trovare un modo, una via di fuga, un espediente, una droga e farà sempre male. Possiamo impegnarci seriamente per fare in modo che il marcio da cui improvvisamente ci sentiamo invasi, quasi soffocati, sparisca in fretta e farà comunque male. Passerà ma bisogna lasciare che il dolore faccia il suo corso. Non è subito, non è fra una settimana o un mese. E' necessario passare attraverso il dolore perchè alle persone ci leghiamo in maniera, fortunatamente, profonda e di quelle persone che d'improvviso spariscono ci mancherà tutto, anche quello che non sapevamo; le ritroveremo nelle nostre giornate, ne

Ti ho qui dentro di me...

Chi se ne importa se nessuno di coloro messi lì in fila, tipo plotone di esecuzione, a giudicare, non mi ha giudicata mertitevole di un premio? Spesso, o potrei dire sempre, i giudizi che contano sono ben altri, le cose importanti sono ben altre. Sono gli occhi di mia madre, seduta tra la gente, venuta apposta per me. E' l'sms che avrei voluto ricevere ed è arrivato proprio da te, una parola sola, quella che è bastata. E' la settimana in cui ho conosciuto Giulio e suonato con Gabri. La conferma che chi vuole esserci, c'è stato ancora e ci sarà sempre. Aver ascoltato, prima di salite sul palco, le parole di chi mi dice di lasciare fuori l'ansia, la paura di non essere all'altezza ed essermi sentita sicura e determinata. Le parole sincere che ho trovato una volta scesa dal palco. Il mio premio, ribadisco, siete ognuno di voi e tutti voi, prima ed al posto di ogni altra cosa. "Scintilla e se ho pianto spesso adesso ti ho qui vicino a me, ti ho qui

I tempi di Valterino e del diario scritto a mano

Ogni tanto, anche se dormo assai male, stare soli con se stessi è necessario. Così mi imbatto nel passato ma non mi faccio travolgere, piuttosto avvolgere...forse è questo il passaggio tra il tormento e l'accettazione. Erano gli anni 2005/2006/2007...troppo tempo fa, servono delle memorie scritte per ricordarsi chi eravamo...per questo sostengo l'importanza di lasciare tracce che siano esse elettroniche, come ora, oppure "calligrafiche", come allora... Chi eravamo appunto...una vita fa, un'altra vita...davanti a me tutti i giorni c'era Valterino...che ascoltava i Marta sui Tubi e gli Sigur Ros...mi ha masterizzato il cd, lui si stava preparando il terreno per una vita diversa, fatta di poco, di nessuna convenzione e tanta coerenza. Valterino non andava a votare, diceva che non si sentiva rappresentato da nessuno...ed io gli dicevo che era ok se poi non rompeva il cazzo e non si lamentava...e allora lui sosteneva di potersi anche lamentare, perchè no!Forse

La mia insicurezza...

Un giorno mi ucciderà. Chi pensa che io sia sicura di me non mi conosce affatto. Dietro una corazza che fa più ridere che paura, ci sono io. Soffiare per credere...come un po' di polvere sul comò, la soffi via e mi trovi li, da quando sono bambina, con mille paranoie, meticolosi esami di coscienza, quella necessità di essere sempre giusta,  approvata, mai sgridata. Il problema è che ancora adesso, dopo essere diventata grande, una donna direi...mi faccio prendere dalle stesse, identiche, paranoie. A nulla sono servite le lezioni che la vita, di ognuno di noi, ti impartisce. Quindi ora, se soffiate via la polvere, potete vedermi mentre mi arrovello la mente cercando di uscire dalla paranoia del momento, invano. Perchè sarebbe da persona normale avere già risolto e archiviato la stupidaggine dentro la quale mi sto perdendo...perchè le parole se le porta il vento, quelle degli scemi poi...e invece no, invece a me rimangono tutte in testa, tutte. Sono stanca di questo mio modo

E continuo sulla stessa via...

...sempre ubriaco di malinconia... Ci sono sbronze che non si smaltiscono, ci sono attimi che ti feriscono in maniera irreparabile, lasciando un taglio sul cuore. Sono vulnerabile, la malinconia ti espone a troppi inconvenienti, ti rende indifeso, ti va a colpire proprio li dove, nonostante te lo aspettassi, ti ritrovi sempre più impreparato. Allora nella migliore delle ipotesi te la puoi cavare con un groppo in gola da buttare giù con più di una difficoltà; nel peggiore dei casi invece non ricacci dentro nulla e devi mostrare ciò che di più intimo ti porti dentro: insicurezza, paure, dolore, amore, senso di inadeguatezza... Non c'è scampo con la malinconia, è un tornado, dopo il suo passaggio, straziante, rimane quel che lascia, spesso frantumato, logorato e tu resti li a guardare sfinito dentro, con la consapevolezza che ricostruire non riporterà, mai, le cose com'erano prima. Ecco, in questo momento sto guardando quanto c'è da ricostruire e non ho neppure più il m

I wish I was twice

I wish I was more than me... Vorrei che tu sapessi che è esattamente così che vorrei essere e vorrei esserlo soprattutto per te. Invece è soltanto me che posso offrirti, davanti ad un birra e un analcolico alla frutta, vorrei solo abbracciarti e trovare parole migliori di quelle che ho. Vorrei dirti che andrà tutto bene perchè ne sono sicura, perchè tu lo hai detto a me mille volte e hai saputo calmarmi il cuore. Averti incontrata, amica mia, mi ha salvata perfino da me stessa.

Le mie canzoni nascono da sole...

...vengono fuori già con le parole... quanto ci metti a scrivere una canzone? Non lo so, non mi sono mai cronometrata ma ho la certezza di sapere quello che c'è scritto sopra. Quest'estate, alla sagra di pasta e fagioli, ho detto a mio cugino che con la musica è come in una relazione: quando si rompe qualcosa è difficile ricominciare, riprendere, tornare ad amare. Perchè con la musica instauri un rapporto paranoico, allucinogeno, idilliaco, maniacale, passionale...quando per un motivo qualsiasi, e ce ne sono tanti, questo rapporto mistico si interrompe non è mai dolce, indolore, passeggero...non si rimane amici per intenderci. Si spezza qualcosa dentro di te, devi stare male, a tratti odiare, quasi espiare. A S.Valentino mi sembrava doveroso precisare.

Ribellione...

"Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione"(M.Gramellini - Fai bei sogni). Noia e assenza di stimoli mi stanno soffocando, quindi io credo che la mia ribellione sia vicina, molto vicina.

Finchè le stelle saranno in cielo...

Non era il momento in cui tu illuminassi il mio cielo ma la verità è che lo fai dal primo giorno in cui ci siamo incontrate, in cui io ti ho regalato il mio orologio per "legarmi" a te, da quel momento hai scelto di esserci per me, sempre, comunque, nonostante me. Sei come una sorella per me e finchè le stelle saranno in cielo...io ti amerò.

Febbre

E' un lunedì sera preludio dell'influenza, piove, non fa eccessivamente freddo ma la mia temperatura corporea è fuori fase ed i brividi salgono dalla schiena. Devo vedermi a cena con una persona, Via Colonna, si, conosco la zona, un'occhiata al tutto città, per scrupolo e perchè il mio senso dell'orientamento, come il cielo di stasera, fa acqua da tutte le parti. Parcheggio su un viale a me conosciuto ma il buio di questa sera di gennaio impedisce a tutti i ricordi di riaffiorare. Mi faccio guidare, senza fare molta attenzione, al posto in cui mangeremo...ci siamo, la vetrina illuminata impedisce anche ai ricordi più lontani di non riaffiorare ed inizia il mio rewind, l'ennesimo. Non ho chiamato, non ho scritto, non sono passata, mi è sfuggita di mano la situazione e ci sono volte in cui indietro non si torna. Questo pensiero tuttavia mi sbatte in testa da mesi, come una mosca che non si accorge del vetro di una finestra e imperterrita continuerà a sbatterci un

I don't belong here...

Sto leggendo un libro... il protagonista va incontro alla guerra, cioè sceglie di tornare dove c'è la guerra, la morte, la distruzione, l'orrore, il sangue. Perchè nulla o troppo poco di quello che ha intorno a sè gli appartiene. Spesso le scelte più facili, più comode, più ragionevoli...non sono affatto quelle giuste. E' tempo di fare delle scelte, di andare incontro alla guerra che dentro sta facendo esplodere le prime bombe, che urlano a me stessa che io non appartengo a tutto questo.

Un giorno che tu ti senti inutile...

Di chi è questa canzone? Dei Subsonica mamma... Intanto Natale è appena trascorso, in parte lieve, in parte grave, quando si dice la tradizione insomma. Dopo una vigilia piena di risate e allegria, dopo uno scambio di regali modesto ma non per questo poco importante...preferisco la modestia in giorni come il Natale...la preferisco di gran lunga allo "sfarzo" che tanto mi fa sentire a disagio. La colpa dov'é?Qua intorno non c'è...sai dirmi tu dove, in un giorno che piove? Infatti non ci sono colpe se ad un certo punto mi assale la malinconia, come ad ogni Natale... Sono da poco trascorse le cinque e sei seduta sul mio divano, parliamo, mi fai domande semplici, è solo difficile trovare le risposte, soprattutto dopo la terza volta che la domanda è sempre la stessa; Coriandoli a Natale ... Ecco come mi sento ad un tratto...come se qualcuno lanciasse coriandoli a Natale, non riesco ad accettare quella situazione, per ora ammetto, neppure serenamente, la mia sconfit