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Un anno dopo

Non respiro, non sento nessun odore e non so se disperarmi o sentirmi sollevata.
Gli occhi vedono, si velano di lacrime tra un ricordo e l'altro, potrebbero stare chiusi per quel che mi importa, tanto quello che rimane è dentro di me, dentro noi.
Il freddo è lo stesso, il vuoto ancora di quelli che provocano conati di vomito al cuore, non riusciamo a riemergere dal nostro dolore, stiamo ancora tentando di farcene una ragione e forse soltanto quando smetteremo troveremo qualche risposta, un angolo di pace.
Arrendersi il prima possibile potrebbe essere una chiave, mani in alto e consegnarsi, poi patteggeremo la nostra pena che a questo punto dovrete scontarci, potrebbe forse essere la giusta strategia perchè è vero siamo colpevoli, perchè infondo ti vorremmo con noi ancora oggi, disperatamente.
Se soltanto ci avessero avvertito che da un certo punto le cose non sarebbero più state le stesse, invece ci hanno pugnalato alle spalle, portandoci via l'anima più importante di tutte, quella più preziosa, quella che, senza saperlo, dava un senso ad una parte così profonda delle nostre vite.

Abbiamo confidato nel tempo, ci ha tradito e non sappiamo se saremo in grado di fidarci ancora.

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Ho sempre nutrito un affetto particolare per questa canzone- bonsai di Carmen Consoli e forse perchè dice una cosa precisa e sentita: per arte si muore appunto. Dopo la mia prima lezione di pianoforte ed il contatto con una persona speciale come la mia insegnante posso dire di aver già imparato qualcosa e di sentirmi più "ricca". Carmen Consoli andata e ritorno poi, con i pensieri che viaggiano ed il cuore leggero sono tutto quello che mi serve.

e sono NOVE

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