Decidiamo di entrare nella casa dove nessuno ci ha mai imposto di chiedere il permesso ma le cose cambiano e sappiamo di non essere più le benvenute, sappiamo di doverlo fare di nascosto, manco volessimo fare qualcosa di terribile, ce ne fottiamo?SI.
Non ho mai pensato che qualcosa mi appartenesse di quella casa, nè che mi sarebbe mai appartenuto, semmai ho sempre pensato che mi appartenessi tu e ti sarei per sempre appartenuta io, così è difatti.
Questa casa ha sempre parlato di te, è sempre stata il tuo specchio, tuttora è così, infatti nessuno potrebbe mai pensare che si sia ridotta così ma chi, come noi, ti conosce intimamente, sa invece, nel profondo, che poteva essere soltanto in questo stato: trascurata, sfibrata, abbandonata, stanca, non più lei.
L'anima ti hanno portato via, il destino certo, ma soprattutto quelle persone a cui di te non è importato prendersi cura, semmai tante di quelle persone di cui tu hai avuto una cura totale, quasi maniacale.
Mi chiedo dove siano finite ora quelle persone, ora che non c'è più nulla da prendere, ora che potrebbero dare un pezzetto di quanto tu hai dato loro...sparite, evaporate, svanite, sazie.
Ora che vengo a trovarti e non ricordi proprio il mio nome, ora che ti tengo la mano e cerco di farti "ricordare" che di me puoi fidarti, ora che nonostante tutto mi dai l'amore che ti ricordi come se dovessi convincermi, senza sapere che sei il significato stesso della parola "amore" per me.
Ora, un tempo che vorrei cancellare, ora che mi sento come in una sala di attesa perpetua, mentre ti hanno portata d'urgenza in sala operatoria, per un intervento a cuore aperto, delicato, lunghissimo, uno di quelli per cui, ci spiace, abbiamo fatto il possibile...ed io so che in questa sala di attesa, qualora sopravivessi all'intervento, saresti felicissima di trovare noi ma cercheresti più di chiunque quelle persone a cui il tuo cuore lo hai offerto, dedicato, sacrificato e che per tutta la vita il tuo cuore grande lo hanno trafitto, calpestato, trascurato, offeso...per questo non sei sopravvissuta...non potevi sopravvivere.
Non ho mai pensato che qualcosa mi appartenesse di quella casa, nè che mi sarebbe mai appartenuto, semmai ho sempre pensato che mi appartenessi tu e ti sarei per sempre appartenuta io, così è difatti.
Questa casa ha sempre parlato di te, è sempre stata il tuo specchio, tuttora è così, infatti nessuno potrebbe mai pensare che si sia ridotta così ma chi, come noi, ti conosce intimamente, sa invece, nel profondo, che poteva essere soltanto in questo stato: trascurata, sfibrata, abbandonata, stanca, non più lei.
L'anima ti hanno portato via, il destino certo, ma soprattutto quelle persone a cui di te non è importato prendersi cura, semmai tante di quelle persone di cui tu hai avuto una cura totale, quasi maniacale.
Mi chiedo dove siano finite ora quelle persone, ora che non c'è più nulla da prendere, ora che potrebbero dare un pezzetto di quanto tu hai dato loro...sparite, evaporate, svanite, sazie.
Ora che vengo a trovarti e non ricordi proprio il mio nome, ora che ti tengo la mano e cerco di farti "ricordare" che di me puoi fidarti, ora che nonostante tutto mi dai l'amore che ti ricordi come se dovessi convincermi, senza sapere che sei il significato stesso della parola "amore" per me.
Ora, un tempo che vorrei cancellare, ora che mi sento come in una sala di attesa perpetua, mentre ti hanno portata d'urgenza in sala operatoria, per un intervento a cuore aperto, delicato, lunghissimo, uno di quelli per cui, ci spiace, abbiamo fatto il possibile...ed io so che in questa sala di attesa, qualora sopravivessi all'intervento, saresti felicissima di trovare noi ma cercheresti più di chiunque quelle persone a cui il tuo cuore lo hai offerto, dedicato, sacrificato e che per tutta la vita il tuo cuore grande lo hanno trafitto, calpestato, trascurato, offeso...per questo non sei sopravvissuta...non potevi sopravvivere.
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