Forse dovrei guardare più calcio, lo dicono anche gli esami...ma si sa, questo per me non è l'anno del calcio, quindi metto su italia 1, ore 17,30 e mi godo una Sharapova da urlo, che sembra più un pugile che una tennista e difatti mette nell'angolo un'avversaria che soccombe sotto i suoi colpi.
Cambiare sport, mai la fede: quindi è sempre Inter, sempre VR46, sempre Maxicono Parma e Foppapedretti Bergamo.
Perchè quando guardo un campo che sia da calcio, tennis, volley, una pista, tutte quelle paure, insicurezze, quei malesseri, quelle sofferenze che mi piegano il cuore, sembrano come svanire, volatilizzarsi, evaporare.
Per questo domani metto su la mia maglietta neroazzurra e me ne vado a Pogliano Milanese a guardare la mia Inter con Fabione che gufa, la Ele che ride delle mie "scenate", Paola che mi accompagna solo per cercare di farmi sedare quella malinconia che sembra non volersene andare, come quei tanti segni su braccia, mani, collo, petto...quegli odori forti e quelle facce sofferenti, quei risvegli nel cuore della notte e quella notte quando ancora il sole un poco è in cielo.
Bombe nella mia testa che hanno raso al suolo un equilibrio faticosamente costruito, voluto, ottenuto...ed ora pensieri come il peggior conato di vomito...ed ora nodi in gola, proprio lì, dove tutto si consuma, nodi grandi in uno spazio piccolo, delicato, sacro.
Per questo devo andare, curarmi, ascoltare, se necessario per ore, il suono del mare.
Smetterla di colpevolizzarmi per qualcosa che ho il diritto di soffrire e col tempo necessario veder sanare.
Cambiare sport, mai la fede: quindi è sempre Inter, sempre VR46, sempre Maxicono Parma e Foppapedretti Bergamo.
Perchè quando guardo un campo che sia da calcio, tennis, volley, una pista, tutte quelle paure, insicurezze, quei malesseri, quelle sofferenze che mi piegano il cuore, sembrano come svanire, volatilizzarsi, evaporare.
Per questo domani metto su la mia maglietta neroazzurra e me ne vado a Pogliano Milanese a guardare la mia Inter con Fabione che gufa, la Ele che ride delle mie "scenate", Paola che mi accompagna solo per cercare di farmi sedare quella malinconia che sembra non volersene andare, come quei tanti segni su braccia, mani, collo, petto...quegli odori forti e quelle facce sofferenti, quei risvegli nel cuore della notte e quella notte quando ancora il sole un poco è in cielo.
Bombe nella mia testa che hanno raso al suolo un equilibrio faticosamente costruito, voluto, ottenuto...ed ora pensieri come il peggior conato di vomito...ed ora nodi in gola, proprio lì, dove tutto si consuma, nodi grandi in uno spazio piccolo, delicato, sacro.
Per questo devo andare, curarmi, ascoltare, se necessario per ore, il suono del mare.
Smetterla di colpevolizzarmi per qualcosa che ho il diritto di soffrire e col tempo necessario veder sanare.
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