A 15 anni non c'erano altro che i sentimenti e quel bisogno quasi spasmodico di mostrarli, sottolinearli, viverli, consumarli.
C'erano i libri imbrattati, i banchi incisi, i diari pregni.
C'erano i telefoni di casa sempre occupati, fiumi di scambi epistolari, regalini raccattati qua e là.
Mi nutrivo di amori folli e morbosi e non necessariamente per "fidanzati" ma anche e soprattutto per amici, situazioni, profumi, momenti, addirittura targhe.
Poi gli amori finivano e si sostituivano: in un attimo quasi, ci si stava ancora strappando il cuore per quello precedente ma era più un rituale che una reale sofferenza e poco dopo ci si scopriva nuovamente appassionati per il nuovo amore.
Oggi non è che provo meno o meno intensamente, anzi...ma subentra la consapevolezza per e della persona amata, cioè la persona amata non è secondaria ai sentimenti, tuttaltro li determina, li alimenta, li rafforza.
Per questo mal sopporto i sentimenti facili.
C'erano i libri imbrattati, i banchi incisi, i diari pregni.
C'erano i telefoni di casa sempre occupati, fiumi di scambi epistolari, regalini raccattati qua e là.
Mi nutrivo di amori folli e morbosi e non necessariamente per "fidanzati" ma anche e soprattutto per amici, situazioni, profumi, momenti, addirittura targhe.
Poi gli amori finivano e si sostituivano: in un attimo quasi, ci si stava ancora strappando il cuore per quello precedente ma era più un rituale che una reale sofferenza e poco dopo ci si scopriva nuovamente appassionati per il nuovo amore.
Oggi non è che provo meno o meno intensamente, anzi...ma subentra la consapevolezza per e della persona amata, cioè la persona amata non è secondaria ai sentimenti, tuttaltro li determina, li alimenta, li rafforza.
Per questo mal sopporto i sentimenti facili.
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