La calligrafia sulla carta che avvolge il barattolo sembra quella di una bambina che ha appena cominciato a scrivere: incerta ed "arcaica"; scarto e sul tappo del barattolo un'etichetta con ancora scritto: "per Maria Teresa", stessa calligrafia.
Per tutti loro io mi chiamo così ed è così che ogni volta mi chiamano.
Tornare alle tre di notte, dopo il lavoro, e trovare quel barattolo di olive in salamoia fatto e confezionato con le sue mani, mi ha scaldato il cuore; mia madre il mattino seguente dice: "la zia Antonietta..." si, penso, non c'era bisogno me lo dicessi, era già chiaro...e sorrido.
Allora penso alla zia Antonietta: il fatto che abbia scritto il mio nome sia sulla carta che confezionava il barattolo sia sull'etichetta che ha messo sul barattolo stesso, mi fa venire in mente esattamente lei: maniaca della gentilezza, generosa, matta, buona...e poi le mille cucine diverse per le sue tavole apparecchiate per non meno di 10 persone, poi la pasta fatta in casa, il sugo fatto in casa, le galline, i conigli "fatti" in casa, poi addirittura il sapone fatto in casa; poi ancora stare sotto la capanna dell'uva e vendemmiare, le sue mani rovinate dai lavori della campagna e le sue spiegazioni sugli acini da "amputare", poi il suo mangiare solo formaggio ed il suo parlare talmente veloce da doverla intuire più che ascoltare.
A volte mi chiedo come sarei oggi se tanto affetto non mi avesse accompagnata lungo il cammino.
Per tutti loro io mi chiamo così ed è così che ogni volta mi chiamano.
Tornare alle tre di notte, dopo il lavoro, e trovare quel barattolo di olive in salamoia fatto e confezionato con le sue mani, mi ha scaldato il cuore; mia madre il mattino seguente dice: "la zia Antonietta..." si, penso, non c'era bisogno me lo dicessi, era già chiaro...e sorrido.
Allora penso alla zia Antonietta: il fatto che abbia scritto il mio nome sia sulla carta che confezionava il barattolo sia sull'etichetta che ha messo sul barattolo stesso, mi fa venire in mente esattamente lei: maniaca della gentilezza, generosa, matta, buona...e poi le mille cucine diverse per le sue tavole apparecchiate per non meno di 10 persone, poi la pasta fatta in casa, il sugo fatto in casa, le galline, i conigli "fatti" in casa, poi addirittura il sapone fatto in casa; poi ancora stare sotto la capanna dell'uva e vendemmiare, le sue mani rovinate dai lavori della campagna e le sue spiegazioni sugli acini da "amputare", poi il suo mangiare solo formaggio ed il suo parlare talmente veloce da doverla intuire più che ascoltare.
A volte mi chiedo come sarei oggi se tanto affetto non mi avesse accompagnata lungo il cammino.
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